*Il prezzo si intende IVA inclusa
Descrizione
Augusta F. scrive in un manicomio a Trieste negli anni del fascismo, della guerra e della liberazione. Nasconde gli scritti nel materasso, solo così riesce a portarli fuori una volta dimessa. Il manoscritto viene consegnato a Giovanna Del giudice dal figlio, molti anni dopo la morte di Augusta, che si spegne sola, in una soffitta. Scrivere ciò che vede e vive nella "casa di sterminio" è per Augusta forma e capacità di sopravvivenza, di resistenza alla rgola istituzionale, ma assume principalmente il senso della denuncia. Augusta vuole che le violenze da lei subite e viste siano "conosciute al mondo" perchè il mondo le allontani da sé e non ne abbia più bisogno. Quello che Augusta propone è uno sguardo al femminile, una fonte di consocenza per comprendere meglio la dimensione particolare che la donna vive all'interno dell'istituzione totale.
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